Il Carso tra leggende, storia e geologia visto dall’affascinante Rocca di Monrupino che offre una vista magnifica dalla sua posizione abbarbicata su di un’altura rocciosa racchiusa da torrioni calcarei. La visita si sviluppa anche alle vicine ghiacciaie, rara testimonianza ancora ben conservata dell’antica tecnica di produzione del ghiaccio.
La Rocca di Monrupino è uno dei luoghi mitici del Carso. Un’altura rocciosa racchiusa da torrioni calcarei che l’erosione meteorica ha scolpito nel corso di migliaia e migliaia di anni.
Il fenomeno erosivo che crea gli HUM, come vengono chiamati dai geologi è il più spettacolare del Carso Triestino.
Su quest’altura che da lontano ricordava le creste di un drago, nella tarda età del Bronzo è sorto un castelliere, il più esteso castelliere di tutta la zona. Forse sede di un castrum romano, la Rocca ha visto la nascita di un culto mariano forse fin dal 6° secolo, legato ad alcune apparizioni della Madonna agli abitanti del luogo. La comparsa di “dame bianche” in luoghi con pinnacoli calcarei è diffusa dai balcani alla Scandinavia. In Carso è ripresa nei racconti medioevali legati al Castello vecchio di Duino.
La Rocca è stata fortificata alla fine del 1400 con la creazione di un tabor. Quello di Monrupino è l’unico fortilizio del genere in Italia dei circa 300 conosciuti. Era una difesa semplice ma efficace contro le scorrerie delle milizie a seguito degli eserciti turchi in avanzata verso settentrione alla fine del XV secolo.
Alla base della Rocca si trovano due ghiacciaie, le meglio conservate del Carso e facilmente raggiungibili. Complete di bacini di approvigionamento del ghiaccio testimoniano l’ingegno dei carsolini a sfruttare tutte le risorse che la loro povera terra poteva offrire. Il commercio del ghiaccio ha funzionato fino alla fine degli anni ‘30.